Il Quarto Reich

di Salvatore Fiorentino © 2020

Che il presidente della repubblica abbia minacciato di sciogliere le camere in un momento così critico come quello dell’attuale pandemia da “coronavirus” – se le forze politiche non adotteranno scelte “europeiste” – è un sintomo eloquente della fragilità della democrazia in Europa e quindi in Italia. Fragilità che è connaturata nella rigidità del sistema che è stato strutturato come una poderosa macchina burocratica priva di una effettiva guida politica, dove invece alla politica viene affidata una funzione poco più che notarile, rispetto a decisioni e scelte adottate in altri e segreti luoghi.

In questo quadro è ormai evidente che – sin dal “golpe” giudiziario-stragista che si realizzò nel 1992 con l’eliminazione della cosiddetta “prima repubblica” e dei suoi uomini di maggior peso politico (Andreotti e Craxi), non a caso strenui difensori dell’interesse nazionale rispetto alle derive pseudo-europeiste – la forza politica eletta (ma non dai cittadini) per condurre l’Italia verso il “buroeuropeismo”, per certi versi una sorta di “Quarto Reich”, fosse ciò che era derivato dal PCI secondo una trasformazione di comodo che aveva contrabbandato un partito comunista come democratico.

Spoglie democratiche così mentite che si dava il caso che il centrosinistra si sia trovato pressoché sempre al governo, sebbene sia stato sempre minoritario nel Paese, da cui la necessità di inventare assembramenti destinati a fallire al primo stormir di fronde (vedasi l’Ulivo I e II), di partorire alchimie di dubbia efficacia (come i famigerati patti della “crostata” e del “Nazareno”), nonché di concepire l’inconcepibile alleanza con i nemici giurati di ieri, gli “incompetenti” del Movimento Cinque Stelle, grazie ai quali il PD si trova ancora una volta nelle stanze del potere.

E siccome non si possono prendere in giro tutti per sempre, persino Beppe Grillo è stato costretto a gettare la maschera, tornando a farsi sentire dopo aver benedetto il varo del governo giallo-rosso “Conte II”, con un’apparente bacchettata ai “governisti” che invece non è altro che l’ennesimo doppio gioco mirato a ricondurre le troppe pecore smarrite all’ovile pentastellato, ossia quel disegno neppure troppo raffinato e persino talvolta dichiarato ad avere come scopo il convogliamento del voto di protesta per poi riciclarlo e rimetterlo nel circuito dell’establishment.

Per il resto le resistenze – semmai vi fossero – del centrodestra vengono subito neutralizzate secondo uno schema ormai rodato: da un lato l’intimidazione giudiziaria nei confronti della Lega, dall’altro l’ennesimo trattamento di favore a Mediaset, con buona pace del “conflitto di interessi” che, come il paradiso, può ancora una volta attendere. Todo modo para buscar la voluntad piddina. Il gioco delle parti è così scoperto che in Europa nessuno si cura più delle scaramucce del pollaio politico italiano, evidentemente un avanspettacolo di distrazione di massa.

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