di Salvatore Fiorentino © 2022
Il vizio capitale dell’Europa, così come si è sino ad oggi manifestata, è evidentemente quello di aver invertito i capisaldi del patto tra cittadini: l’economia (rectius: la finanza) sovrintende la società, e non viceversa. Prova lampante ne è l’ultimo diktat emanato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, secondo la quale gli stati nazionali membri – già privi della sovranità economica e monetaria – che esercitassero la sovranità politica in modo difforme dalle aspettative delle istituzioni europee sarebbero costrette a ravvedersi mediante lo strumento della sospensione dell’erogazione dei fondi UE. Non c’è altro da dire per ritenere che questa Europa non solo non è quella immaginata e voluta dai padri fondatori, ma non può certo dirsi libera e democratica, dimostrandosi un sistema oppressivo e repressivo dei popoli alla stessa stregua della già fallimentare ideologia comunista dominante nell’Europa dell’Est sottomessa all’URSS.
Follow the money. E’ un Europa che così si presta a divenire strumento degli interessi anglo-americani (in questa chiave deve leggersi la tempestiva Brexit) nel tentativo di contrastare (quanto meno ritardare) l’avanzata del nuovo mondo che si affaccia in Oriente minacciando il predominio economico globale degli USA (PIL: 23 mila miliardi di $, secondo il FMI). Ecco che la ricchezza europea (PIL: 18 mila miliardi di $) deve almeno in parte servire per contrastare quella emergente della Cina (PIL: 16 mila miliardi di $). Essendo ovvio che nessun popolo occidentale sarebbe oggi disposto a sottostare ad un regime come quello comunista o ad un fondamentalismo religioso, occorreva costruire una prigione senza mura dove chi vi fosse destinato si persuadesse di volervi rimanere credendo così di perseguire il proprio e l’altrui bene, a ciò sospinto dall’instillazione della paura, sentimento più efficace di ogni altro per la manipolazione di massa delle coscienze.
E quale paura maggiore può prospettarsi ad un popolo, come quello occidentale, abituato da ormai tre generazioni al benessere diffuso radicato sul possesso dei beni materiali e viziato dal comfort del superfluo percepito come bene di prima necessità (i-Phone docet), che la perdita di questo status? Sicché trova terreno fertile la minaccia (“volete l’aria condizionata o la pace?”; evidentemente la prima, sia pure la guerra e l’invio di armi a volontà) del più filo-americano dei presidenti del consiglio dei ministri italiani, non a caso insediato con un “golpe” dai capelli bianchi e dagli occhi azzurrini con la scusante dell’ennesima “unità nazionale” per l’emergenza di turno (prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina, domani la crisi climatica, poi chissà), quest’ultima addirittura da più parti propugnata come la nuova regola e non già l’eccezione (assisteremo al terzo mandato per il presidente della repubblica in carica e alla nomina di Mario Draghi premier a vita)?
Ma per spolpare l’Europa non può incidersi sulla carne dei popoli che portano nel loro dna l’attitudine rivoluzionaria ovvero il credo protestante (ed in particolare calvinista) rispettivamente capeggiati da Francia e Germania (i nostri partner privilegiati, secondo Mario Draghi), motivo per cui il coltello deve affondare sul ventre molle ma prospero (PIL: 4 mila miliardi di $) dei paesi mediterranei: Grecia (già fatto), Italia (lavori in corso), Spagna, Portogallo. In particolare, in Italia occorre completare il piano di svendita (“privatizzazioni”) dell’industria e delle aziende di stato (quelle in attivo e appetibili) avviato con la dottrina Andreatta e seguaci (Prodi, Ciampi, Draghi, D’Alema, Bersani & Co.), ma avversato da Andreotti e Craxi (non a caso spazzati via dal regime change voluto dai democratici USA per piazzare i loro più affidabili ex nipotini di Stalin, democratici di sinistra, oggi democratici). Ed inoltre occorre far fallire le piccole partite iva per dare spazio alle multinazionali.
Se è persino sfacciatamente evidente che lo schieramento capeggiato dal PD di Letta (con dentro i Fratoianni e i Bonelli rossi e verdi solo di vergogna) e quello del cosiddetto “terzo polo” (con i gemelli diversi Renzi e Calenda) siano succubi del disegno “amerikano”, ossia la famigerata “agenda Draghi” (domani sarà Cottarelli), volto ad impoverire gli italiani a beneficio dello Zio Sam, più subdola è la pericolosità di un M5S, cangiante come il suo leader (detto CamaleConte), che si è vestito di un “agenda sociale” in grado di attrarre gli ingenui e gli allocchi, già gabbati nel 2018 dal “cambiamento”, perché ritrovatisi a sostenere il governo dei “migliori” con la contropartita di un ministero per la Transizione ecologica (da attuare col ritorno al nucleare, ai rigassificatori e agli inceneritori di marca PD). Ed è chiaro che i voti dati al M5S confluiranno per la formazione di un ennesimo governo di “unità nazionale” col PD. Occorre, invece, che gli italiani si riapproprino dell’Italia e dell’Europa.